Se per gli Ebrei il candelabro a sette bracci simboleggia il rovo in cui Dio si manifestò a Mosè, o forse il sabato e i sei giorni della creazione, per altre religioni questo non è che un oggetto comune come tanti altri. Porta a riflettere il fatto che il valore degli oggetti non sia una costante, ma sia invece in funzione di tanti diversi fattori. Come un libro che a qualcuno è caro perché ricorda l’infanzia e per qualcun altro non ha alcun significato particolare. Il valore di ogni cosa dipende dal nostro punto di vista, e può variare nel tempo.

Quando erano in uso, chi avrebbe mai pensato che delle grosse macine per l’estrazione di olio potessero essere considerate un oggetto degno di nota? Eppure, oggi le macine di San Martino sono esposte nel cuore di Biassono, davanti al Museo Civico Carlo Verri, vicino a Piazza Italia, nel centro storico che è anche luogo di aggregazione di cittadini di tutte le età. Quando furono spostate nella loro posizione attuale, i funzionari del comune incaricati del progetto pensarono certamente che valesse la pena rivalutare le macine – e noi autori di questo testo siamo pienamente d’accordo – perché hanno un valore estetico come monumento, ma anche un richiamo alla tradizione agricola della nostra zona. Infatti fino all’Ottocento, secolo in cui cominciò il processo di industrializzazione, la Brianza era caratterizzata da un’economia basata sull’artigianato e, soprattutto, su una fiorente agricoltura. Macine come queste, utilizzate per l’estrazione di olio dai semi di lino e ravizzone, erano quindi un mezzo di sostentamento fondamentale per contadini e famiglie settecentesche e ottocentesche.

Le macine di San Martino, realizzate in granito, ceppo della valle del Lambro e con denti in legno di robinia (che oggi sono stati sostituiti con elementi di metallo), in origine erano mosse dall’energia idraulica ricavata dalle acque del Lambro. Oggi invece sono esposte ogni giorno allo sguardo curioso dei passanti, tra bambini che escono da scuola, anziani che si recano al mercato o alla vicina chiesa di Biassono, ragazzi che si incontrano la sera, automobilisti che, innervositi, si bloccano all’incrocio la mattina andando al lavoro. E che dire invece dei turisti giunti in Brianza per il Gran Premio? Si tratta di un evento che ogni anno attira centinaia di visitatori appassionati di Formula 1, che spesso si fermano qualche giorno qui in Brianza e sicuramente, visitando Biassono, non possono non notare un elemento così antico e particolare come le macine. Le guardano incuriositi, forse chiedendosi come dovevano apparire quando erano ancora in uso, forse cercando di capirne il funzionamento.

Le Macine di San Martino in Piazza Italia (Biassono)

Certo è che ormai tutti, chi si ferma ad osservarle mentre aspetta il semaforo verde, chi si siede sulla panchina a leggere il giornale, e butta un occhio quando gira la pagina, chi le sorpassa frettoloso senza quasi farci caso, vedono le macine come proprie di quel luogo, della piazza, come fossero sempre state lì.

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