Bloom Mezzago crocevia rock, Vololibero 2012

INDICAZIONI:

Seguendo via Roma verso nord, poco prima di uscire da Mezzago, voltandosi sulla sinistra si può notare un edificio. Ecco, lasciando stare la bocciofila facente parte della metà destra dell’edificio, si para davanti ai nostri occhi il Bloom.

Il locale nasce nel lontano 1978, figlio di una cooperativa sociale, creatasi a sua volta grazie alla popolarità crescente di Radio Montevecchia.

Di cosa si occupa questo oscuro locale nella nebbiosa Brianza?

Organizzazione di eventi in ambiti come: lotta sociale, musica dal vivo, libertà, cinema indipendente, mostre, cabaret, spettacoli e corsi di ogni tipo; insomma, un centro culturale a tutti gli effetti.


Molto è cambiato dalla sua apertura alla fine degli anni ‘80. Conoscendo il suo periodo d’oro nel duemila il Bloom ha iniziato a calare di popolarità dal 2008, andando pian piano sempre più in perdita.

UN’INCONTRO SPECIALE:

Siamo entrati al Bloom un mercoledì sera, verso le 21:30. A quell’ora vi era una proiezione di un film al primo piano ma il locale risultava chiuso (lo sappiamo, non eravamo ben organizzati). Sconfitti ma pur sempre curiosi abbiamo dato un’occhiata all’interno della sala ma il film era già iniziato. Stavo chiudendo la porta per tornare al parcheggio quando un uomo mi chiese se avessimo bisogno. Gli spiego che cercavamo informazioni e volevamo parlare con un socio. Il caso vuole che quell’uomo era la persona giusta. Dopo una visita al locale ci raccontò dei vari periodi che visse il centro culturale più amato della Brianza e come se la stesse passando in questo ultimo periodo. Il Bloom si vede costretto a diventare una pizzeria durante l’estate, i soci della cooperativa a recepire stipendi da fame, a chiudere i negozi di dischi Bloomsbury e Bloomerang e poco dopo anche l’agenzia discografica propria del locale.
Una cosa è importante: il Bloom sopravvive.

Stoico nelle sue convinzioni, lontano da sponsor, mafia, soldi sporchi e capitalismo. Qua nessuno si vende, a costo di non vendere neanche i biglietti per i concerti.
Troviamo la parola stoico perfetta per descrivere questo locale che è stato punto di sosta nelle carriere dei Nirvana, di Aldo, Giovanni e Giacomo, di Dario Fo, degli Afterhours, i Green Day, i Punkreas ecc. Il Bloom ha perso ciò per cui un tempo brillava, lo rendeva famoso e continuamente attivo, ma NON si è arreso: arranca, si sostiene a malapena, difficilmente resisterà per ancora molto tempo ma non è ancora finita. Qui si sta parlando dell’eroe classico, che imperturbabile si lascia uccidere dai nemici pur di non lasciare il campo di battaglia; un eroe bohème che rifiuta di cedere, tenendo alto il nome e ancora più alta le virtù di cui si fa portavoce.


Come recitano i cartelli nella sala del palco: “Se fossimo a Londra, Berlino, Chicago o Caracas probabilmente il Bloom ora sarebbe una fondazione tutelata dallo stato. Ma ricordatevi che siamo in Italia”.

REALIZZATO DAGLI STUDENTI DI CLASSE 5DS DEL LICEO SCIENTIFICO ENRIQUES:

Andrea Cazzaniga, Simone Ergnini, Nio Shtishi


BIBLIOGRAFIA:
https://it.wikipedia.org/wiki/Bloom_(locale)
https://bloomnet.org/
Dal libro Sviluppi Incontrollati.

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