Avviene puntualmente che, quando si conosce qualcuno di Merate, si scopra ben presto che in realtà è originario di una frazione di Merate: Pagnano, Brugarolo, Fra Martino! Anzi, si potrebbe dire che Merate, più che una cittadina (si badi, la più popolosa della provincia di Lecco, dopo Lecco), sia uno sciame di frazioni con un centro, non più importante per dignità dei gruppi di case che lo circondano. Così dovevano essere 100 anni fa tutti i comuni della Brianza, oggi travolti dallo sviluppo edilizio selvaggio, che ha completamente snaturato la loro origine rurale.

Ebbene proprio in una frazione di Merate si trova un luogo di straordinaria bellezza, un’oasi di pace, di fresco e di silenzio. È il lago di Sartirana, che, non si capisce come, riesce a nascondersi in cima ad una collina alta 330 metri, nonostante i suoi 10 ettari di superficie. Il lago è uno dei tanti dell’area, originato dalla ritirata immane dei ghiacciai, qualche milione di anni fa.

Arrivando in bicicletta, si sale a Sartirana con uno strappo poco impegnativo, dalla strada provinciale 342. Si arriva alla testa del lago, che ha forma ellittica. Lì solitamente sostano sulle panchine gruppi di anziani, che ti chiedono da dove arrivi e ti consigliano di non lasciare la bicicletta senza legarla. Il giro del lago, infatti, non si può fare in sella, bisogna camminare per circa due chilometri, che vale assolutamente la pena di percorrere: si godono scorci di sorprendente bellezza verso le Prealpi, si prende il sole, si gode la frescura. Si sente un ronzio vicino, non quello invitante delle api: è un nido che i calabroni hanno fatto nel tronco di un platano. Vanno e vengono senza sosta, la guardiana “annusa” con le antenne ogni inquilina che torna, per accertarsi che abbia effettivamente diritto di cittadinanza nella colonia. Se così non fosse, guai a lei, sarebbe attaccata e trafitta dal suo pungiglione velenoso. Ti metti a leggere il libro che hai portato con te: ma un altro verso ti interrompe. È una folaga, o un germano reale, seguito dai piccoli che nuotano immobili sulla superficie dell’acqua. Il cammino può proseguire un po’ più in là, dove c’è il Cassina Pub, un’ottima birreria bavarese dove è bello sostare per un po’.

E quando spirito e corpo sono sufficientemente rinfrancati, si risale in sella e ci si lascia tirare dalla forza digravità giù dalle discese. In breve tempo si torna alla provinciale, al traffico pesante, all’odore dei diesel.

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