Molti conoscono il Lambro, fiume principale della Brianza che attraversa sia la città di Monza e l’omonimo parco, che Milano. Quasi sconosciuta è però la sua sorgente, nascosta tra i rilievi montani della Lombardia; qui il fiume è poco più di un minuto filo d’acqua che scorre tra due lastroni rocciosi. Essa infatti si trova a 944 metri di altitudine sul monte San Primo nel cuore del triangolo lariano, quel triangolo di terra compreso tra i due rami del Lago di Como. Il nome della sorgente, “mena-resta”, rispecchia il suo particolare andamento intermittente che non si nota se non con un attento esame del flusso del fiume che a primo impatto sembrerebbe regolare. 

Proprio da questa sorgente prende il nome il Birrificio Menaresta di Carate Brianza, nato grazie ad un’idea di Enrico Dosoli dopo aver avuto contatti con un amico belga appassionato di birra. Il progetto viene portato avanti insieme al cugino Marco, cresciuto con lui, e dal 2007, in un “orzato” capannone a due passi dal centro, è possibile assaggiare e comprare i loro prodotti.

Il birrificio sorge in piazza Risorgimento negli edifici dismessi della ex fabbrica di tessitura Formenti e fa parte del Distretto del Gusto, un progetto nato quasi spontaneamente dal progressivo insediarsi di attività del settore alimentare. Il loro obiettivo è quello di favorire la collaborazione tra i vari artigiani e creare un ambiente accogliente per i clienti tramite l’organizzazione di manifestazioni proponendo assaggi dei loro prodotti.

È impossibile non notare il logo che contraddistingue il birrificio. Esso infatti riproduce la sperada, tipica acconciatura di tutte le donne brianzole nel giorno del loro matrimonio, in uso fino agli inizi del ventesimo secolo. È citata anche ne “I Promessi Sposi”, in cui Manzoni ce la descrive in questo modo: “I neri e giovanili capelli, spartiti sopra la fronte, con una bianca e sottile drizzatura, si ravvolgevan, dietro il capo, in cerchi molteplici di trecce, trapassate da lunghi spilli d’argento, che si dividevano all’intorno, quasi a guisa de’ raggi d’un’aureola, come ancora usano le contadine del Milanese.”

La birra che è possibile degustare al Menaresta è un mix di creatività e tradizione: quella fermentata con il lievito madre è stata inventata proprio qui! Oltre ai più comuni ingredienti ne vengono utilizzati anche di particolarissimi tra cui pepe, miele, castagne, zenzero…  L’attenzione ai dettagli è una peculiarità di questo locale, osservabile anche nella denominazione delle birre ad esempio la “Bevera”, secca, che prende il nome dalle rogge e dai torrenti che affluiscono al fiume Lambro o la “Shighera”, opalescente, che richiama la nebbia fitta del dialetto milanese.

La singolarità non viene meno in un altro dei loro prodotti più tipici, il sidro. Si tratta di un prodotto agricolo di pura mela in cui il gusto della materia fondante si completa con aromi secondari derivanti dalla fermentazione in botti di legno.
Non è infine da trascurare che il birrificio è stato selezionato tra le eccellenze nella guida alle birre d’Italia 2021.
Quindi se siete amanti della birra, vi piace sperimentare gusti particolari e volete fare un tuffo nella Brianza del passato, non potete perdere l’occasione di visitare il birrificio Menaresta di cui avrete la possibilità di conoscere da vicino i prodotti e il modo in cui essi vengono realizzati.

A cura di Sara Lorenzini e Camilla Riboldi

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