Ogni mattina, camminando verso scuola, passiamo per via Luigi Settembrini e ci capita di gettare uno sguardo alla pasticceria San Rocco, da cui nasce uno dei dolci tipici lissonesi per la festa dell’Epifania, il Papurott. 

La ricetta di questa delizia è stata tramandata da padre in figlio e si è poi diffusa nei paesi limitrofi: “la nostra pasticceria ha fatto conoscere il Papurott anche alle persone dei comuni vicini” -racconta Giancarlo Gatti, titolare della pasticceria San Rocco-. “I miei genitori vendevano i prodotti del forno anche a diversi negozi della Brianza, e così il nostro Papurott è arrivato anche a Carate, Biassono, Sovico e Seregno”. 

Nel suo laboratorio, Giancarlo prepara con cura e passione il bambolotto dell’Epifania; ogni Papurott è fatto rigorosamente a mano, ecco perché ogni figura è diversa dalle altre. 

Attorno a questa leccornia gira però una leggenda, la quale narra che il Papurott abbia almeno un secolo di vita, preparato per la prima volta da una mamma, troppo povera per far trovare ai suoi bambini i dolcetti della Befana.  

Così, lo avrebbe realizzato da sola alla vigilia dell’Epifania con zucchero e farina, dandogli le sembianze di un bambolotto. 

Il bambolotto dolce è fatto di pan brioche e decorato con canditi e zuccherini per definirne il sorriso e i bottoni del vestito. Per preparare l’impasto perfetto di questo simpatico dolciume servono dieci ore di lievitazione e dieci minuti in forno per dare corpo alla tradizione. Infatti Giancarlo ci spiega come come la lievitazione debba cominciare alle 6.30 per essere pronti alla vendita. 

La ricetta prevede prima di tutto di riscaldare 90ml  latte in un tegame fino a farlo intiepidire così da sciogliervi 15g lievito; si passa poi a far ammorbidire 55g di burro. 

Una volta fatto ciò si passa a setacciare e mescolare insieme in una terrina 250g di farina, lievito e sale, per poi aggiungervi il burro morbido insieme al latte e al lievito. 

Bisogna poi impastare fino a quando si ottiene un impasto omogeneo a cui poter dare la forma di una palla, che poi andrà ricoperta con un canovaccio e lasciato a riposo per un’ora e mezza in un posto dove la temperatura non sia troppo bassa. 

L’impasto è pronto per essere lavorato una volta che esso è stato lievitato. 

La pasta deve essere stesa e le si deve dare la forma di un fantoccio a mano oppure con l’utilizzo di uno stampino. Al bambolotto bisogna poi aggiungere i lineamenti somatici con l’uvetta e i bottoni del vestito con gli zuccherini. 

Infine si cuoce a 180 gradi per circa 15 minuti, fino a che la superficie non sarà dorata. 

Raccogliendo le testimonianze di alcuni abitanti della Brianza, abbiamo scoperto come questo dolce ricordi molto altre delizie molto conosciute: a detta di un ingegnere biassonese, i Papurott hanno un sapore molto simile alla Colomba, mentre secondo altri ricordano molto il pandoro; si tratta quindi di una consistenza molto delicata, dal sapore fine.

Papurott o Papurogio: un po' di storia (e storie) del dolce dell'Epifania  in Brianza - Il Cittadino di Monza e Brianza

Lara Acosta e  Barbiero

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