Fonti: Parrocchia San Giuseppe di Taccona – cenni storici – redatto da Don Giuseppe Perugia

La Chiesa di San Giuseppe alla Taccona di Muggiò è un luogo di culto che riveste un’importanza religiosa, culturale e artistica.

La chiesa, dallo stile moderno, fu innalzata su disegno di monsignor Enrico Villa, architetto della Curia milanese, nel 1959 e consacrata il 31 maggio dello stesso anno dall’allora Arcivescovo di Milano cardinal Giovanni Battista Montini (eletto poi Sommo Pontefice con il nome di Paolo VI).

Il campanile fu costruito nel 1967, mentre il tetto fu ultimato a gennaio del 1979.

L’edificio, a pianta rettangolare, è caratterizzato da una facciata realizzata in mattoni rossi a vista, da un ingresso con porticato coperto e da un tetto a capanna.

Sulla facciata sono presenti delle aperture di cui una a forma di croce (sotto il vertice del tetto) e altre tredici di forma rettangolare.

A ricordarci che a Gesù ci si arriva per mezzo di Maria, sopra il portale esterno c’è un mosaico che raffigura Gesù che incorona la Madonna. Questo mosaico, di autore sconosciuto, proviene dalla facciata della chiesa costruita nella seconda metà del 1800 dall’architetto Maciacchini per le suore del Cenacolo di Milano [Figura 1].

Il portone di ingresso in bronzo è diviso in 12 pannelli raffiguranti il Vangelo dell’Infanzia, realizzati dallo scultore Giorgio Galletti [Figura 2].

Posteriormente, sulla destra, si erge il campanile a sezione quadrata, cementato a vista, con dei finestroni nei quali sono collocate le 8 campane.

L’interno è a navata unica, lungo i cui fianchi corrono due spazi di disimpegno per non arrecare disturbo durante le funzioni.

Sulle pareti laterali 18 ampie vetrate, raffiguranti le stazioni della via crucis, permettono una illuminazione naturale [Figura 3].

L’interno della chiesa è impreziosito da una meravigliosa decorazione musiva, concepita da don Giuseppe Perugia (primo parroco di Taccona) e progettata dall’artista Trento Longaretti (1916-2017).

Il mosaico, rappresentato secondo l’arte ravennate, è stato suddiviso in racconto biblico, realizzato da Mario e fratelli Toniutti della città di Bollate, e in racconto devozionale, realizzato da Tito Toneguzzo e figli della città di Monza. La pittrice Amalia Panigatti, insegnate a Brera, ha realizzato l’Addolorata con il Cristo morto.

Figura 1 – Mosaico sopra il portale; Gesù incorona Maria                      Figura 2 –  Il portone in bronzo

      Figura 3 – Le 18 vetrate raffiguranti le stazioni della via crucis.

IL RACCONTO BIBLICO

Mosaici sopra le acquasantiere

All’ingresso, sopra l’acquasantiera di sinistra è rappresentata la resurrezione di Lazzaro (realizzata da Sgorlon), mentre sopra quella di destra è rappresentato l’incontro tra Gesù e la Samaritana al pozzo di Sicar.

Figura 4 – La resurrezione di Lazzaro                                           Figura 5 – Gesù incontra la Samaritana

Mosaici del nartece absidato

Abside di sinistra: l’incarnazione. Nel catino è raffigurato il momento in cui l’angelo del Signore parla a San Giuseppe in sogno svelando la divina maternità di Maria, mentre ai lati i pastori suonano la cornamusa, gli angeli intonano canti di gioia e i magi offrono doni. Al di sotto è raffigurato San Giuseppe sorridente con Gesù Bambino in braccio.

Abside di destra: la Redenzione. Nel catino è raffigurato Dio, circondato da sei serafini, nell’atto di accogliere il sacrificio del Figlio, mentre ai lati quattro angeli sorreggono gli strumenti della passione. Al di sotto è raffigurata la Pietà, con il volto della Madonna che richiama il volto della mamma di don Giuseppe.

Figura 6 – Abside di sinistra: l’incarnazione                              Figura 7 – Abside di destra: la redenzione

Mosaici delle pareti delimitanti il presbiterio

Liturgia della parola: sopra la porta della sacrestia è raffigurato Mosè scalzo, inginocchiato e intento nell’ascoltare le parole di Dio dinnanzi al roveto ardente. A seguire, alla sua destra, inginocchiato ai piedi del padre Tobia vi è Tobiolo, accompagnato dall’arcangelo Raffaele intento a ungere gli occhi di Tobia per ridonargli la vista. Il tutto è contornato da un clima di festa: il cespuglio fiorisce, le colombe volteggiano, illuminati dallo splendore del sole e della luna.

Figura 8 – Mosè ascolta Le parole di Dio                                       Figura 9 – Tobiolo e unge gli occhi

Liturgia eucaristica: sulla parete laterale del presbiterio un Angelo è pronto a fermare Abramo nell’atto di colpire il figlio Isacco per offrirlo in sacrificio. Una croce brilla sopra le loro teste alludendo al sacrificio di Gesù. Sul risvolto della parete, l’Angelo in volo offre il pane ad Elia che abbattuto, sfinito e sfiduciato siede sotto un ginepro. Elia dopo averne mangiato per due volte, affronterà il cammino di quaranta giorni fino al monte Oreb.

Figura 10 – L’angelo ferma Abramo                                                   Figura 11 – L’angelo offre il pane a Elia

Mosaici delle pareti frontali e il grande abside [ved. Figura 12 per i dettagli]

Le due pareti frontali e la grande abside costituiscono il compendio di tutta la storia della salvezza: dalla Creazione al termine della storia, in presenza di Cristo Giudice.

Sul catino dell’abside vi è l Creazione del firmamento e del sistema solare, cui appartiene la luna e la terra; la mano con le tre dita protese significa Dio creatore: Uno e Trino. [1]

Sulle due pareti cui fa capo l’abside, a destra e raffigurata la scena in cui Adamo ed Eva vengono scacciati dall’Eden; in una raggiera splende il monogramma di Cristo sulla corolla di un giglio: Dio promette l’Immacolata Madre del Redentore, è il cosiddetto protovangelo, cioè il primo grande annuncio della redenzione futura [2]. A sinistra è raffigurata la scena in cui Noè accoglie la colomba che porta il ramoscello d’ulivo verso l’arca, simbolo della Chiesa, della Madonna e del Battesimo [3].

Ai lati della sommità del grande arco l’Arcangelo Gabriele [4a] in volo porta il divino messaggio alla Vergine inginocchiata e assorta in preghiera [4b]

L’agnello immolato è raffigurato al centro dell’abside nella luce di una grande aureola circolare rimandante all’immagine di un’Ostia eucaristica al cui interno sono scritte le parole Veritas et Vita [5]. Dal fianco dell’Agnello fluisce il sangue, che a sua volta trabocca dal calice generando i 7 sacramenti rappresentati da 7 fiumi che scorrono da una parte fino alla Basilica di San Pietro [6] e dall’altra fino al Duomo di Milano [7].

All’interno di 12 medaglioni intrecciati tra festoni di foglie e fiori, che formano una larga fascia che orna il sott’arco, sono raffigurati i 12 Apostoli più Barnaba e Paolo. Tre di essi richiamano le sembianze dei Monsignori Maggioni, Oldani e Schiavini, Vescovi ausiliari al momento dell’esecuzione del mosaico [8] e [Figura 16].

La Pentecoste è raffigurata nel centro del sott’arco: la colomba in volo è coronata da sette grosse fiamme a significare i doni dello Spirito Santo. [9]

Sullo sfondo della Basilica di San Pietro è rappresentato papa Paolo VI (che ha inaugurato la Chiesa) [6] e [Figura 13], mentre sullo sfondo del Duomo di Milano è rappresentato l’arcivescovo cardinal Colombo (che ha consacrato la Chiesa) [7] e [Figura 14]; gli Apostoli non ci sono più, la Chiesa oggi è guidata dal Papa e dai Vescovi, che indirizzano 12 pecore, sei per lato: il numero 12 ricorda il numero delle tribù in cui veniva suddiviso l’antico Israele. [10]

Sullo sfondato a destra dell’abside vi è la Madonna Immacolata raffigurata come è apparsa a Lourdes, con le mani giunte e la corona del Rosario. Insieme a S. Bernadette sono raffigurati una mamma, un papà, un bambino, un’anziana, una suora, un sacerdote e un chierichetto, simboli della comunità parrocchiale [11].

Sullo sfondato a sinistra è raffigurato San Giuseppe con i tipici abiti da falegname mentre in braccio tiene Gesù e un modellino della chiesa della Taccona. Ai suoi lati sono raffigurati un meccanico, il pittore Longaretti, un ingegnere, mons. Villa, tre donne e una mamma con il figlio in fasce [12].

Seduto sul trono è raffigurato Cristo Giudice con il volto incorniciato dall’Alfa e dall’Omega a significare che Lui è il principio e la fine di ogni cosa. Nella mano sinistra Gesù tiene un libro aperto con le parole “Venite benedetti nel regno del Padre mio”, mentre la mano destra è tesa nell’invito. [13]

A Cristo Giudice fanno da corona 8 angeli, 4 per lato, i quali recano, su una striscia, il nome del gruppo che rappresentano. [13]

Gli arcangeli sono invece rappresentati in facciata: Michele vittorioso sul dragone e Gabriele in volo per il grande annuncio [Figura 15].

Figura 12 – I mosaici delle pareti frontali e il grande abside

Figura 13 – La Basilica di San Pietro e papa Paolo VI             Figura 14 – Il Duomo di Milano e il card. Colombo

Figura 15 – Gli arcangeli Michele e Gabriele

Figura 16 – I 16 medaglioni raffiguranti i 12 Apostoli, più Paolo e Barnaba

IL RACCONTO DEVOZIONALE

Il racconto devozionale è rappresentato da due trittici.

Nel trittico a sinistra sono raffigurati San Carlo in abito pontificiale, affiancato dal beato cardinal Ferrari e dal cardinale Ildefonso Schuster; tutti si sono interessati della chiesa della Taccona.

Nel trittico di destra sono raffigurati S. Antonio da Padova con a fianco S. Rita e S, Teresa di Gesù Bambino.

Figura 17 – S. Antonio, S. Rita e S.Teresa di Gesù Bambino

Figura 18 – Cardinal Ferrari, S. Carlo in abito pontificiale e il cardinale Schuster

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