Costruita nel XVIII secolo la struttura era inizialmente una villa di nobili milanesi, ospitò personaggi come Ferdinando IV di Borbone, fu quartier generale di Napoleone Bonaparte durante la campagna d’Italia e luogo di nozze per le sorelle di quest’ultimo.

Tra le tante tappe preferite dagli amanti del mistero e dei luoghi abbandonati della zona spicca sicuramente il Manicomio di Mombello, situato nell’omonima frazione di Limbiate in provincia di Monza e Brianza; il nome di questo piccolo paese deriverebbe da “Monte Bello” riferendosi alla posizione elevata della località dove sorge quello che ormai è l’abbandonato manicomio.

La struttura venne abbandonata agli inizi dell’Ottocento per poi essere ristrutturata dal comune di Milano e convertita nel manicomio più grande d’Italia nel 1863.

I pazienti, che durante la Prima guerra mondiale arrivarono ad essere 3500 venivano divisi per comportamento: erano quindi presenti i “tranquilli”, i “sudici” ecc.

Gli “agitati” venivano tenuti in isolamento mentre gli altri internati svolgevano attività di ogni tipo trasformando il manicomio in una comunità nella quale ognuno aveva il suo compito. Tra gli agitati ci fu anche Benito Albini Mussolini, figlio illegittimo di Benito Mussolini, che come molti altri, morì internato nel 1942.

Dopo la Seconda guerra mondiale il manicomio cominciò sempre di più a perdere la sua fama e nel 1978 con la legge Basaglia, che decretò la chiusura dei manicomi, cessò la sua attività, venne convertito a ospedale psichiatrico fino al 1999 quando fu infine chiuso definitivamente e la struttura rimase abbandonata.

Una delle figure più importanti del manicomio fu lo psichiatra Edoardo Gonzales grazie al quale fu possibile l’introduzione di balli e rappresentazioni teatrali all’interno dell’ospedale e la costruzione di un acquedotto che serviva acqua non solo al manicomio, ma anche a tutto il comune di Limbiate.

Attualmente, una parte del manicomio è sede di due complessi scolastici, mentre i restanti edifici sono in disuso e in abbandono. Tuttavia la struttura non è completamente abbandonata in quanto molte tracce testimoniano la passata presenza di alcuni senzatetto.

Molti visitatori giungono al manicomio che è facilmente accessibile, troviamo gli appassionati di urban exploration, fotografi che desiderano immortalare questo luogo dall’aria spettrale, i writer che lasciano scritte e murales sui muri e non solo.

Se si desidera visitare il Manicomio di Mombello, il complesso è raggiungibile in diversi modi. In auto, si può trovare parcheggio vicino all’ingresso principale situato in via Monte Grappa 40. Altrimenti, se ci si vuole affidare ai mezzi pubblici, si può approfittare degli autobus delle linee z205, z250, z251 e scendere alla fermata Mombello – M.te Grappa / M. Foibe che si trova proprio davanti all’ingresso.


Sitografia:

https://www.thejambo.it/manicomio-di-mombello-storia-foto-e-curiosita/https://www.vacanzenelmistero.com/manicomio-di-mombello-testimonianza-di-un-passato-spaventoso/#:~:text=Il%20manicomio%20di%20Mombello%2C%20il,Arconati%20e%2C%20successivamente%2C%20Crivelli

Realizzato da Bassi/Del Zotto/Paparusso.

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