Santuario di Montevecchia

Girovagando in bicicletta per la Brianza in provincia di Lecco, è impossibile non notare un colle che si erge dalla pianura, sulla quale si sviluppa il paesello di Montevecchia, conosciuto, tra l’altro, anche per il suo vino. Dopo aver percorso la salita che ci conduce nel cuore del paese, imbocchiamo un piccolo vicolo che ci porta ai piedi di un’immensa scalinata: all’apice di questa salita, è situato il Santuario della Beata Vergine del Carmelo, la cui figura, come già detto, domina un ampia porzione della Brianza lecchese.

La gradinata, che è l’unica via pedonale, è ombreggiata da imponenti tigli, che occludono lo sguardo fin quando non giungiamo in cima: qui, oltre al santuario, possiamo rimanere colpiti dall’eccezionale vista delle città brianzole e delle montagne prealpine (tra cui il Resegone), nonché  degli imponenti grattacieli della lontana Milano.

Dopo essersi ripresi dalla “fatica” della gradinata, l’idea migliore è indubbiamente quella di spostarsi all’ombra del pronao, formato da quattro possenti colonne granitiche, che idealmente ci accoglie all’interno del santuario vero e proprio, il cui unico accesso è un ormai antico portale ligneo. Appena entrati, si rimane colpiti dalla pianta della chiesa, a navata unica, ma con un alto soffitto di cinque campate rettangolari coperte da volte a crociera e sostenute da cinque archi.

Proseguendo lungo la navata, allo stesso modo di tutte le altre basiliche cristiane, si giunge al presbiterio, il quale presenta un’ulteriore volta a crociera, in perfetto accordo con lo schema della navata; l’abside è invece sormontato da una piccola cupola, che mette in risalto l’utilizzo di diverse tecniche architettoniche per la realizzazione del santuario. A giocare un ruolo fondamentale sono le varie cappelle situate all’interno della chiesa, decorate con ricchi mosaici e statue dei Santi, tra i quali ricordiamo San Francesco e San Bernardo (a cui è dedicato il Santuario).

Le varie decorazioni dell’abside e del presbiterio sono invece figlie di più correnti artistiche: troviamo infatti ampie vetrate colorate realizzate solamente negli anni ’90, in netto contrasto con l’altare e il tempietto della Madonna (sempre situato nella zona absidale), risalente al XVII secolo, quindi di stampo barocco.

Allo stesso modo, è impensabile non fermarsi a osservare i vari affreschi che popolano le mura delle navate: riconosciamo, tra gli altri, anche una rappresentazione dell’Ultima Cena, appartenente, anch’essa allo stile barocco. Inoltre, una grande componente artistica è costituita da quadri che appartengono ad epoche molto distanti tra di loro, dimostrando la grande importanza artistica e religiosa del Santuario: appartenente all’VIII secolo d.C., troviamo quadri raffiguranti la vita di San Giovanni Battista; appartenente all’XVII secolo, invece, troviamo una tela ad olio che rappresenta San Speridione e San Grato; infine, su quadri barocchi, sono rappresentati San Luigi e L’Angelo custode.

Una volta usciti dall’edificio principale, tuttavia, bisogna necessariamente percorrere un piccolo viale circolare che costeggia l’intero Santuario, e nel quale è presente una rappresentazione della Via Crucis, realizzata grazie a grandi lastree scultoree, che idealmente concludono la nostra tranquilla, ma sicuramente appagante, gita.

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