Accade che, quando si visita la città di Monza, spesso si tenda a stare più possibile alla larga dalla zona limitrofa alla stazione, che soprattutto negli ultimi anni è contraddistinta da una cattiva nomea. Nonostante ciò, dopo aver passato il Teatro Binario 7 e aver imboccato via Davide Guarenti, ci si ritrova difronte un luogo che, specialmente in passato, ha avuto una grande importanza a livello sportivo, ospitando la squadra comunale dell’A.C. Monza. Stiamo parlando dello stadio Gino Alfonso Sada. Una volta entrati dall’enorme cancello in ferro battuto, l’attenzione viene catturata in primis dalla maestosa tribuna coperta, che ad oggi rimane l’unica sezione dei vecchi spalti, poiché quelli a fronte sono inagibili e quelli sulla sinistra sono stati demoliti per fare spazio a un piccolo parcheggio, dove vi possono stare una ventina di macchine e dove i più furbi si mettono a guardare la partita senza pagare quei pochi spiccioli di biglietto. Avvicinandosi al botteghino si può vedere il busto posto, dopo la ristrutturazione del centro, in onore dello storico presidente Gino Alfonso Sada, che portò ottimi risultati nella prima avventura in B del Monza. Una volta arrivati sotto la gradinata, pronti a guardare la partita, non si può che notare il piccolo bar che, come una gemma, è stato incastonato nella struttura e al cui esterno si ritrovano i soliti vecchietti che, Gazzetta alla mano, discutono, talvolta calorosamente, di calcio. L’esperienza più bella la hanno però i giocatori, in primis quelli delle società Juvenilia e Fiamma Monza 1970, che vivono quotidianamente quei luoghi in cui i ragazzi di mister Annibale Frossi conquistarono per la prima volta la serie B nel giugno del1952. Infatti, i calciatori, oggi come allora, dopo essersi preparati negli storici spogliatoi, alloggiati anch’essi sotto la tribuna, entrano in campo percorrendo un lungo tunnel che rende il momento quasi solenne, facendoti sentire alla pari di un professionista che, mentre aspetta l’arrivo dell’arbitro si prepara alla battaglia. Una volta entrati in campo, come abbiamo avuto la possibilità di fare, e aver salutato il pubblico, si possono sentire le ultime indicazioni del mister, le incitazioni dei compagni, percepire la tensione salire, i tifosi trattenere il fiato; poi tutto d’un tratto il fischio dell’arbitro e così la storia continua.

Realizzato da Edoardo Riva e Davide Carozzi

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