Da Carate Brianza scendendo a sud verso Monza il territorio gradualmente tende a perdere il profilo dei rilievi collinari, preannunciando l’ampia pianura.  Al margine nord del nucleo storico di Sovico si trova la vasta proprietà della Villa Giovio Della Torre, Rossi–Martini, Tagliabue. 

L’area pressoché rettangolare è in massima parte occupata dal parco paesaggistico attraversato da percorsi e organizzato attorno a radure e boschetti. Ad est, lungo viale Brianza, il bordo è delimitato da una cancellata di ampio respiro attraverso la quale si colgono vedute sul parco.  

Qui è collocato l’ingresso principale, aperto al fianco dell’edificio della portineria, un villino su tre piani con falde di copertura a forte spiovente. 

La dimora principale si raggiunge attraverso un sinuoso percorso dal quale la vista spazia sui prati, alberi secolari isolati o addensati, un laghetto alimentato da una fresca cascatella. Lo scenario è molto appagante, pressoché privo di contaminazioni derivate dall’edificazione all’esterno della proprietà. La villa appare di lì a poco, magnifica, e la visita offre continue occasioni di godimento dei sensi per la coerenza degli spazi, la bellezza delle forme e lo stato di conservazione. 

L’ALA SETTECENTESCA 

  • Pianta rettangolare, alla quale è attestato un più ampio edificio a corte, derivato dalla ristrutturazione delle irregolari e decadute preesistenze dei fabbricati di servizio. 
  • Quadriportico passante a colonne binate su cui impostano archi ellittici a monta fortemente schiacciata. 
  • Ulteriore livello al vertice nord-ovest dell’edificio nel punto in cui si allunga la porzione più antica del complesso a due piani, cui corrisponde internamente lo scalone monumentale con la balaustra scolpita di pietra molera, proveniente dalla dimora cremasca del conte Rossi Martini.

LE FACCIATE 

  • Sequenza di finestre incorniciate da modanature mistilinee a rilievo in leggero contrasto di colore con la parete. 
  • Balconcini caratterizzati da un cartiglio in pietra posto in chiave a guisa di mensola ed elaborate ringhiere in ferro battuto al piano nobile, ed una fascia sotto gronda scandita da mensole in pietra. 

L’INTERNO 

  • Saloni affrescati, soffitti lignei a passa sotto dipinti.  
  • Due sale con stacchi di affresco provenienti dal palazzo Colleoni di Bergamo. 
  • Cartigli e cornici marmorei a parete entro le quali sono dipinti personaggi legati alla famiglia, un monumentale camino.  
  • Mobili caratteristici del Settecento lombardo. 
  • Una collezione di 220 tavole con ritratti, opera del pittore cremasco Vincenzo Civerchio, delle 300 originarie smembrate in seguito ad un furto. 

NOTIZIE STORICHE 

  • Le origini: i Giovio della Torre 

La villa risale al XVII secolo, quando prese forma un primo consistente aggregato abitativo a corte con stalle e giardino, a ridosso dei caseggiati dell’antica Sovicho. 

Col tramonto del feudalesimo, alcune nobili famiglie presero il governo delle maggiori possessioni dell’antico borgo castellano. È nella famiglia dei Giovio che si ritrovano le origini della dimora.  

Nel 700 è infatti documentata a Sovico la “famiglia Giovia”, illustre casata decurionale di Como, originaria sin dal IX secolo dell’Isola Comacina. Da un legame matrimoniale tra Elisabetta Giovio con Pietro Martire della Torre di Rezzonico discese Virginia Giovio della Torre che si unì col conte Francesco Martini, originario di Crema, dando origine alla storia della villa Giovio della Torre. 

  • L’Ottocento: i Rossi-Martini 

L’unità d’Italia era da pochi anni compiuta quando a Sovico giunse il conte Alberto Martini, imparentandosi con la famiglia Giovio Della Torre. Di umili origini cremasche, divenne uno dei più illustri cittadini e il maggiore proprietario fondiario. 

Verso la fine dell’Ottocento si costituì il legame con la famiglia genovese Rossi, quando l’ultima discendente dei Martini, la contessa Emilia, figlia di Alberto, sposò il senatore del Regno Gerolamo Rossi che, con provvedimento regio del 1895, assunse per sé e i discendenti maschi primogeniti il titolo di conte unitamente allo stemma gentilizio dei Martini. 

Alla fine del secolo la villa fu così identificata col nome della casata Rossi Martini, che la mantenne in proprietà per tutta la prima metà del Novecento, pur con le drammatiche vicende della seconda guerra quando fu requisita. 

Nell’ottobre 1928 la villa fu depredata da una banda di ladri che, in una notte di forte vento, si impossessarono di una grande quantità di oggetti preziosi, quadri e ricordi della famiglia. 

  • Dal 1953 ad oggi: i Tagliabue 

Il lungo tempo passato, il parziale o improprio utilizzo degli ultimi decenni avevano lasciato evidenti segni sulla dimora.  

Il degrado fu fermato alla metà del Novecento per merito dell’attuale proprietario, l’ingegnere Pier Luigi Tagliabue che nel 1953 acquistò la villa con il parco annesso. 

Ai primi interventi di salvaguardia seguirono le fasi di restauro dell’ala settecentesca e la ristrutturazione dei fabbricati sulla corte, col ripristino del quadriportico trovato ampiamente tamponato, progressivamente estese all’intero edificio che è tornato all’antico splendore. 

IL PARCO E I SUOI ALBERI MONUMENTALI 

La villa è immersa in un vasto e splendido parco che può vantare diversi alberi monumentali. Il raggiungimento di tali dimensioni è possibile solo quando l’ambiente che li ospita è appropriato, sia naturalmente (buone condizioni climatiche e luoghi di crescita) che culturalmente (gli uomini devono permettere agli alberi di crescere a grandi dimensioni). 

IPPOCASTANO (Aesculus hippocastanum)

  • Originario dell’Europa orientale (penisola balcanica, Causaso).   
  • Presenta un portamento arboreo elegante ed imponente, motivo per cui è molto usato come ornamentale nei viali o come pianta isolata.   
  • L’esemplare presente nel parco della villa ha un’altezza di circa 20 metri ed una circonferenza alla base di circa 3,20 metri.

PINO BLU (Pinus wallichiana) 

  • È una conifera sempreverde originaria della regione dell’Himalaya.   
  • Venne introdotto in Europa dal botanico danese Nathaniel Wallich e si è diffuso in parchi e grandi giardini grazie al suo fogliame attraente e alle pigne decorative.  
  • L’esemplare presente nel parco della villa ha un’altezza di circa 25 metri ed una circonferenza alla base di circa 3. 

CEDRO DEL LIBANO (Cedrus libani)  

  • E’ una conifera originaria del Medio Oriente.    
  • Questo albero può vivere per migliaia di anni ed è diventato un popolare campione di albero esotico nei giardini del paesaggio europeo nel XVIII, XIX secolo. 
  • L’esemplare presente nel parco della villa ha un’altezza di circa 24 metri. 

QERCIA ROSSA (Quercus rubra)

  • Originaria della regione nordamericana atlantica intorno ai Grandi Laghi.  
  • Piantumata a scopo ornamentale per il bell’aspetto del fogliame, rosso in autunno.  
  • L’esemplare presente nel parco della villa ha un’altezza di circa 25 metri.

CIPRESSO LAWSON (Chamaecyparis lawsoniana) 

  • E’ una pianta sempreverde della famiglia delle Cupressaceae, originaria delle coste occidentali degli Stati Uniti. In Italia è diffusa come ornamentale.  
  • L’esemplare presente nel parco della villa ha un’altezza di circa 25 metri. 

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